Avanti ieri, anche in Iran sono scoppiate le rivolte popolari. Causa immediata, visibile: l’aumento del prezzo della benzina, come nel caso della rivolta dei gilets gialli in Francia scoppiata, (e con quale forza!!!), un anno fa. In Cile, a Santiago, la miccia è stata accesa dall’aumento del biglietto della metro. I popoli sono oramai in rivolta in molti altri paesi: Algeria, Ecuador, Bolivia, Hong Kong, Catalonia, Iraq, Curdistan siriano, Ungheria….. Molte cause comuni e diverse. Quel che impressiona soprattutto è la violenza dei gruppi sociali e dei paesi potenti, militarmente ed economicamente, esercitata pesantemente per difendere i loro interessi e la loro sicurezza riguardo le risorse naturali, per loro strategicamente essenziali come il petrolio. Il petrolio ha svolto finora un ruolo centrale determinante e più sarà reso raro (anche perché sostituito da altre foti energetiche) più la militarizzazione e la violenza dei potenti sarà di casa sulla Terra se perdurano le logiche di vita attuali.
Da più di venti anni ho denunciato le mistificazioni e i pericoli dei processi di “petrolizzazione dell’acqua” (l’acqua “oro blu” come il petrolio “oro nero”). Ora anche l’acqua buona per usi umani ( e soprattutto per il profitto) sta diventando sempre di più rara. I gruppi dominanti, responsabili della rarefazione dell’acqua , addirittura sostengono l’inevitabilità della penuria d’acqua nei prossimi decenni. L’acqua è ancora più essenziale per la vita del petrolio. Cosa succederà? Dobbiamo allora accettare senza reagire che il mondo brucerà fra non molto per l’acqua? I dominanti sembrano inclini ad accettare l’inarrestabilità delle guerre dell’acqua. Ne sono convinti anche perché a) non vogliono cambiare le cose e b) perché pensano che loro ne usciranno superstiti (e ancor più forti). Follia. Non è possibile che più di 7 miliardi di esseri umani e le altre decine di miliardi di esseri viventi della Terra non abbiano niente da dire e da opporre. La rivolta dobbiamo farla fin d’ora non solo per resistere contro la violenza dei dominanti ma per costruire un nuovo divenire della vita della Terra. Altro che transizioni da talk shows e di trasformazioni da salotto dei nuovi “smart people” e “influencers”! La vita della Terra non è un ologramma che si può far sparire d’un colpo d’acqua.
Riccardo Petrella 19 novembre 2019
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